Critica
Anno 2012
LETIZIA LANZAROTTI
Incredibili e sublimi le visioni che dona l'artista con il suo incredibile talento pittorico. La sua abilità sta nel rendere i suoi soggetti con estremo realismo e di contrastarle con la purezza di un contesto limpido, ricreato in una pittura semplice ma delicata e soave, che ci riporta alle suggestioni dell'infanzia. Affascinante, poi, la capacità di conciliare questi due mondi in un solo quadro, ricreando una suggestione degli opposti che sorprende ed emoziona ad ogni visione. Una rappresentazione poetica ma profonda e velata dal dramma, impresso nell'inconscio di ogni sensibilità artistica, tra le più valide di tutti i tempi.


VALERIA MODICA (MILANO)
L'artista si muove all'interno della pittura di matrice Naïf ,rappresenta essenzialmente case, borghi fiabeschi,panni stesi ad asciugare. Essi popolano le tele di Elena e ci cullano, come in una dolce ninna nanna, ci parlano di mondi lontani dalla città con un pensiero nostalgico verso le piccole case di campagna,verso i castelli di principi e principesse. Caratterizzate da colori forti e brillanti le sue opere esprimono un carattere gioviale autentico che ci riporta al mondo dell'infanzia. Sottili, quasi trasparenti le linee attraversano la tela spezzando il paesaggio,creando forme semplici, stilizzate, per arrivare ad una sintesi di forma-colore.


Dott.ssa FLAVIA MOTOLESE (GENOVA)
“La pittura di Elena Casetta è immediata e solare. I soggetti dei suoi dipinti sono paesaggi da fiaba composti da mosaici di casette colorate, immagini fantasiose di persone, animali e oggetti che rispecchiano emozioni e ricordi. Il potente carattere affabulatorio delle sue opere deriva dalla familiarità dei soggetti rappresentati, tratti dalla vita quotidiana, ma trasportati in un mondo parallelo, magico e positivo, dove la realtà è rielaborata dalla creatività dell’artista e resa con un linguaggio artistico semplice e immediato”.


Storico e critico d’arte Dott.ssa SABRINA FALZONE (MILANO)
“Lo stile di Elena Casetta si colloca tra l’onirico e il fiabesco: in un rinnovato spazio immaginario il cromatismo, esuberante e vivace, rivela la sua nobile voce sovrastando l’essenzialità scenica e la figurazione puntuale alla ricerca di una quiete surreale”


Anno 2011
MICHAEL MUSONE (FIRENZE)
“Elena Casetta, pittrice di Cuneo dall’indubbio talento pittorico, è alla ricerca di una difficile costruzione artistica dettata dalla sua sintesi moderna e dalla sua complessa spiritualità mentale (poetessa). Articolati i suoi lavori che riaffiorano in un colorato puzzle pittorico introduttivo per raggiungere pensieri di grande emotività”.


Dott.ssa PAOLA SIMONA TESIO (TORINO)
“Un soffio di fantasia e vitalità pervade le opere di Elena Casetta, in grado di condurre l’osservatore in un universo immaginifico di forme mediante l’ausilio di pigmenti eccentrici e fiabeschi ed al contempo di indagare la realtà connotandola di serenità nei ritratti della vita”.


Anno 2010
Professor FRANCHINO FALSETTI - critico d'arte - BOLOGNA
La leggerezza delle immagini

L’arte oggi diventa sempre più sinonimo di esperienza, di sperimentazione di codici espressivi in una esasperata vis combinatoria senza, a volte, mostrare alcuna chiara intenzionalità.
E’ l’arte delle occasioni , delle circostanze, che si scioglie e corre nei rivoli di un canovaccio improvvisato dove è più forte l’amplificazione dei messaggi inutili e di mode vacue della quotidianità. E’ l’arte vissuta come coreografia della vita, come abbellimento od abbrutimento dei nostri comportamenti e delle nostre necessità relazionali. E’ l’arte come riverbero,quindi, di un suo strumentale e mistificante progetto,dove gli artisti non sono che semplici e meccanici esecutori. E’ la stessa arte che rischia di non essere più sinonimo di libertà, ma ideale medium per rendere la cultura sempre più consolatoria e sempre più interprete di modelli ideologici restrittivi, banalizzati dalla pubblicità onnivora dell’età della globalizzazione. L’arte oggi ha perso,pertanto, di vista l’uomo nella sua identità ed individualità ed in questi ultimi decenni ne ha decantato, attraverso l’alibi dell’innovazione e delle avanguardie, la sua scomparsa.

In questo contesto molto problematico e contraddittorio, la molteplice e polimorfa produzione dell’artista Elena Casetta si inserisce nell’opposto filone altrettanto presente. Quell’invisibile testimone che si passa alle giovani generazioni : la eredità di un passato nella rielaborazione intima di chi sa interpretare l’arte come emozione, come sinergia di vitalità e di pensiero. “L’importante è che le mie emozioni trovino energia nel fare, che il mio gesto sia un atto d’amore, primo verso me stessa, poi per chi osserva. L’intento è trasformare ciò che si muove dentro di me tendendo al positivo e al solare”. Così scrive l’artista Elena Casetta per motivare le sue opere e per dare una inequivocabile chiave di lettura perché, in effetti, la sua produzione è legata a questo leit-motiv : l’arte come piacere e come fonte del comunicare questo personale piacere.

La sua arte non è oggettivata da forme ricercate o estranee al nostro percepire, il suo immaginario artistico è fatto di visioni evocative, di ricordi d’infanzia, di piccoli “pensieri” filtrati da immagini che racchiudono e comunicano, in modo immediato, i valori eterni della vita. L’artista Elena Casetta, nella sua semplicità espressiva, con precisi accorgimenti tecnici, ci offre momenti di incontro e di dialogo con gli oggetti ed i volti gioiosi che vivono e rallegrano il nostro tempo. La sua creatività artistica ci richiama la tecnica della scrittura : i suoi quadri non racchiudono le tele ma le “righe” ed i “quadretti” dei quaderni, perché il suo dipingere si muove su linee geometriche e ritmiche che guidano la percezione degli sguardi intimi della realtà. La scrittura diventa così una suggestiva metafora che trasforma la realtà in flussi emozionali nella piacevole leggerezza delle immagini.

La sua multiforme produzione ( dai dipinti personali ai ritratti, dalle copie d’autore agli affreschi, dal trompe l’oeil e decorazioni su misura al restauro di opere d’arte ) è come un arcobaleno foriero di idee che passano ed attraversano i campi della creatività e della manualità : una vera prova con se stessa, un esame continuo per verificare le proprie capacità e la duttilità dell’esperienza artistica non come mero esercizio di riproducibilità ma come ricerca per affinare e selezionare le proprie scelte comunicative ed espressive.

Nella sua produzione c’è il senso della fiaba che pone la realtà tra parentesi ed in modo discreto ci fa ri-vivere i materiali di un immaginario vivo e ricco di emozioni. La sua arte non ha segreti, non si avvale di alchimie astruse e superflue, è solare, quasi ridente, poiché vive di una sua personale narrazione dove il gioco delle forme agisce sul nostro sapere sensibile, fondamentale dimensione del godere degli attimi da ricordare fissati dal tempo della memoria.

I suoi “dipinti personali” appaiono come un ritorno simbolico per rappresentare la remota magia dell’infanzia, assunta quale archetipo della meraviglia e della spontaneità per togliere ogni ambiguità di senso e per ri-dare alle immagini quella luminosità che rende la visione riflesso del proprio mondo interiore. “L’artista che sotto molti aspetti rimane simile al bambino per tutta la vita, può percepire più facilmente di chiunque altro il suono interiore di tutte le cose”.
( Kandinskij )